LE DONNE SENEGALESI ALLA CONQUISTA DELL’ECONOMIA DIGITALE

Lo sviluppo digitale senegalese ha subito numerosi ritardi. Contrario a questo trend è il Senegal, paese che pone quest’ambito, insieme alle pari opportunità, quali priorità del Paese.

Donne e tecnologia è un binomio ancora ostracizzato in molte parti del mondo. Lo sanno le organizzatrici del Woman in Technology Festival[1], che combattono per cambiare questa mentalità sessista. Come? Dando vita a una piattaforma di networking a supporto delle professioniste del digitale. Qui le ingegnere, le UX designer e le marketing manager possono incontrarsi e aiutarsi tra loro, permettendo il progresso delle donne nell’industria tecnologica. Nell’ultima edizione del festival lo scorso novembre si sono susseguiti numerosissimi panel su quattro diverse aree tematiche: diversity & inclusion, career development, la business transformation e technology talks. Gli ostacoli posti alla carriera femminile sono stati una problematica ricorrente trattata soprattutto nell’ambito del career development. Problematica sentita anche in Senegal, dove il governo ha deciso di adoperarsi per cercare di colmare il divario di genere nel settore dell’IT.

Per lungo tempo in Senegal le pari opportunità nell’economia digitale sono state trascurate sia in termini di garanzia d’accesso equo al lavoro, sia nel monitoraggio dei progressi (o regressi) delle donne in quest’ambito. Infatti, l’ultimo dato disponibile risale addirittura al 2009 ed attesta il contributo delle donne sul totale dei lavoratori nel settore tech al 35%[2]. Il dato è obsoleto perché in Senegal non esiste un ente statistico a livello nazionale che raccolta dati sul lavoro, ma sappiamo che la realtà delle donne nel digitale è già cambiata.

 

 

L’ECONOMIA DIGITALE SENEGALESE A COLPO D’OCCHIO

Il Senegal è uno degli stati subsahariani con il più alto numero di tech hub[3]. Sono tre i fattori che hanno determinato questo successo: la diffusione degli smartphone, un’alta vitalità imprenditoriale, con il 39% della popolazione tra i 18 e i 64 anni impegnata in quest’attività e la disponibilità di diversi spazi di coworking, inclusi 15 incubatori e acceleratori d’impresa, che offrono servizi a una comunità di 2500 tra startup e imprenditori[4].

Il numero stimato di startup senegalesi per milione di abitante è 67, rendendo il paese il 13° al mondo, superando Francia (43) e India (7)[5]. Ma quanto incide il digitale nel mercato senegalese? È difficile dirlo con certezza, un dato del 2013 indicava che le imprese basate sull’utilizzo di internet contribuivano al 3.3% del Pil[6].

L’economia digitale senegalese ha poi subito un calo tra il 2013 e il 2018 dovuto alla mancanza dell’adeguamento infrastrutturale delle comunicazioni e di finanziamenti, sia da parte del pubblico che del privato.

L’arretrato sistema delle connessioni è rimasto per anni sotto monopolio statale: infatti nel 2016 il 60% delle connessioni e della telefonia era in mano allo stato che solo nel 2018 ha adottato un nuovo Codice per le Telecomunicazioni aprendo alle liberalizzazioni e alla concorrenza[7]. Per quanto riguarda i finanziamenti, è pressoché impossibile per le startup ottenere credito dalle banche date le condizioni poste dagli alti tassi d’interesse, o dalla microfinanza, che non ha mai colmato i gap lasciati dai prestiti tradizionali[8]. L’imprenditorialità femminile è la prima vittima di queste mancanze, data la povertà maggiore della popolazione femminili rispetto a quella maschile. Nonostante questo, numerose iniziative sono state messe in atto per evitare che le donne restino escluse.

 

 

 

NUOVE INIZIATIVE DA PARTE DEI PRIVATI

Si chiama Jjiuguene Tech Hub[9] ed è forse la più famosa iniziativa a sostegno delle startup femminili in Senegal. Si tratta di una dei 15 hub presenti sul territorio del Paese ma l’unica rivolta esclusivamente alle donne: jjiuguene, infatti, vuol dire “donna” in wolf, la lingua più diffusa in Senegal. Si parla di un ecosistema digitale fondato da una giovane donna, Binta Coundy Dé, che ha come obiettivo l’offrire opportunità ai talenti femminili ma anche indebolire quella mentalità che ancora considera l’IT come un affare per uomini.

Un’iniziativa simile esiste anche sul fronte finanziario.

Il Women Investment Club[10] è l’unico newtwork di Business Angels esistente in tutto il Paese[11]. Si tratta di un fondo di investimenti dedicati esclusivamente all’impresa femminile. Il fondo è nato nel 2018 ed oggi conta 84 membri che sostengono 10 milioni e più di dollari investiti.

Tra le start up create figurano E-Cover[12], un’impresa che ricicla vecchi pneumatici in combustibile e prati sintetici e Sarayaa[13], una casa di moda d’alta gamma.

 

 

PIANI STATALI PER LE PARI OPPORTUNITÀ NEL TECH

Nel dicembre 2019 il governo ha approvato un taglio delle tasse per il settore digitale, nominato Start up act[14]. La legge in via formale riconosce benefici a tutti gli imprenditori del settore, ma è stata adottata proprio per facilitare l’accesso alle donne e ai giovani.

Le più importanti iniziative volte a colpire la diseguaglianza tra uomini e donne nel’industria tech (e non solo) sono il National Strategy for Equity and Gender Equality[15] (sostenuto anche dalle Nazioni Unite) e il Project to Support and Enhance Women’s and Young People’s Entrepreneurial Initiatives (PAVIE I)[16].

Il primo è un piano generale volto a garantire le pari opportunità in tutti gli ambiti sociali, dall’istruzione al lavoro. Il secondo, invece, punta all’uguaglianza nel digitale, volto a creare condizioni di lavoro più eque per donne e giovani nel digitale.  Il piano da decine di milioni di dollari promuove un’intesa multilaterale tra settore privato, banche e istituzioni di microfinanza. Il progetto vuole finanziare 14 mila start-up e consolidare 65 mila posti di lavoro. Di questi, il 60% è riservato alle donne.

OSTACOLI DA SUPERARE

In Senegal lo sforzo per il raggiungimento delle pari opportunità e lo sviluppo tecnologico è reale, ma numerosi sono ancora i passi da intraprendere. È essenziale sviluppare un sistema di raccolta dati che permetta di recepire i progressi fatti verso l’uguaglianza, eliminare gli alti costi nella fase di avvio d’impresa e promuovere azioni di supporto alle realtà già esistenti, dando incentivi per il passaggio dall’economia informale e quella legale. Rispetto all’economia digitale del Paese, sicuramente è primaria la necessità di sviluppare le infrastrutture digitali e garantire un’accessibile ed economica connessione di rete a tutti, cittadini e imprese. Se c’è una cosa, però, che realtà interessanti come le già citate E-cover, Sarayaa o anche Deck Mburu[17], un valente network di donne produttrici e distributrici di dolci insegnano, è che le donne senegalesi non hanno paura degli ostacoli burocratici o statali. Stanno già cambiando il mondo del lavoro e il volto del Paese.


[1] Women in Technology Festival https://onlinefestival.women-in-technology.com/

[2] International Youth Foundation 2009 report https://www.iyfnet.org/library/2009-iyf-annual-report

[3] GSMA Intelligence 2017 report https://bit.ly/3ennBIQ 

[4] The World Bank, Country Diagnostic of Senegal report, 2019, pag: 17

[5] The World Bank, Country Diagnostic of Senegal report, 2019, pag: 68

[6] The World Bank, Country Diagnostic of Senegal report, 2019, pag: 21

[7] The World Bank, Country Diagnostic of Senegal report, 2019, pag: 32

[8] The World Bank, Country Diagnostic of Senegal report, 2019, pag: 72

[9] Jjiguene Tech Hub di Binta Coundy Dé https://www.bbc.com/news/business-28363783

[10] Women Investment Club http://wicsenegal.com/

[11] The World Bank, Country Diagnostic of Senegal report, 2019, pag: 72

[12] E-cover https://e-cover.co/

[13] Sarayaa https://sarayaa.shop/

[14] Start up Act https://bit.ly/3enXeCr

[15] National Strategy for Equity and Gender Equality  https://data.em2030.org/countries/senegal/

[16] Project to Support and Enhance Women’s and Young People’s Entrepreneurial Initiatives (PAVIE I) https://bit.ly/3bwfRlO

[17] Deck Mburu https://www.youtube.com/watch?v=1s5Y7iqeWeA&ab_channel=GroupeSonatel

Michela Fantozzi

Web writer e autrice del blog « L’albero di limoni »