Durante la settimana della moda, abbiamo partecipato alla decima edizione dell’Afro Fashion Week Milano, un evento organizzato dall’Associazione Afro Fashion con l’obiettivo di valorizzare i talenti della moda provenienti da background migratori. Questa settimana ricca di eventi ha coinvolto ben 17 designer provenienti da 11 diversi paesi, oltre ai talenti provenienti dalla Libera Accademia di Belle Arti di Douala, conosciuta come LABA Douala, in Camerun.

L’inizio della manifestazione è stato segnato dal Black Carpet Awards Gala Dinner, tenutosi lunedì 18 settembre al 28° piano della torre di PwC. Questa cena di gala è stata un’occasione per celebrare il Black Carpet Awards, un evento in cui sono stati premiati designer, creatori, artisti e professionisti, mettendo in evidenza la diversità e l’inclusione nel mondo della moda. La serata ha anche rappresentato un impegno continuo nei confronti dei valori della diversità e dell’inclusione, e ha visto la partecipazione anche del presidente della Fondazione Aurora, Michele Carpinelli.

In ordine: Michelle Ngonmo (AFWM) e Francesca Ragazzi (Vogue Italia); Mariacarmen e Michele Carpinelli (Fondazione Aurora); Ada Ugo Abara (Fondazione Aurora), Tamu McPherson (presentatrice BCA). Photo credits Associazione Afro Fashion

A partire dal 19 settembre, Palazzo Morando è diventato il luogo centrale per l’Afro Fashion Week. Qui, l’Associazione Afro Fashion ha ospitato “¡GloLoCo! – Interwoven Identities: Bridging Fashion & Technology for Inclusivity“, una mostra interattiva in cui cinque designer di origini diverse – Amina Vanneling, Khalifa Omar Farhat, Rachel Tayza, Rahel Ercolini e Udeesha Singh – hanno esplorato l‘intersezione tra moda e tecnologia. Questa esposizione ha messo in mostra tessuti tradizionali africani e asiatici e ha offerto sfilate, talk ed eventi esclusivi per i buyer. L’obiettivo principale era quello di sfruttare i benefici dell’IA per coniugare la tecnologia digitale con la moda, promuovendo nel contempo un processo di co-creazione volto a ripensare il mondo della moda in chiave inclusiva e sostenibile.

Durante la mostra, i visitatori hanno avuto l’opportunità di sperimentare uno Smart Mirror e utilizzare la piattaforma GN3RA per indossare virtualmente cinque capi delle collezioni presentate, adattandoli alle proprie caratteristiche fisiche.

 “Integrare la tecnologia nella moda è un potente strumento di trasformazione nel mondo dell’abbigliamento. Ci offre l’opportunità di offrire esperienze accessibili ed inclusive a tutte le persone”, sottolinea Michelle Francine Ngonmo, fondatrice dell’Afro Fashion Association, durante l’evento di apertura. “Abbiamo utilizzato la tecnologia 3D e la blockchain per  permettere ai designer di adattare le loro collezioni per aderire a una varietà di forme corporee, creando così abiti unici con una vestibilità eccezionale. Le esperienze di realtà aumentata e gli strumenti interattivi che abbiamo introdotto a Palazzo Morando grazie alla partnership con Red-Eye e il genio creativo di Maria Gloria Cappelletti, ci consentono di ridurre gli sprechi, combattere le discriminazioni e al contempo agire in modo responsabile nei confronti del nostro pianeta. L’unione tra tecnologia e creatività ci apre le porte a un nuovo mondo di possibilità, dove la moda diventa il veicolo per l’inclusione e la sostenibilità.”

Aldo Carpinteri (Modes), Maria Gloria Cappelletti (Red-Eye), Michelle Francine Ngonmo (AFWM), Carlo Capasa (Camera Nazionale della Moda Italiana)

Nei giorni successivi, Palazzo Morando è stato il luogo di workshop e conferenze focalizzati sul legame tra digitale e moda, nonché sulla circolarità della produzione. Uno dei workshop più interessanti è stato il “Second Chance Bag” con Gladys Ngo Epie, uno degli artigiani dietro il progetto Second Chance Collective del Camerun, che ha offerto ai visitatori l’opportunità di esplorare le tecniche tradizionali di tessitura e creare campioni di tessuto upcycled.

La decima edizione dell’Afro Fashion Week Milano si è conclusa il lunedì successivo, il 25 settembre, con l’esposizione delle creazioni di quattro designer in vetrina presso MODES, nell’ambito di una collaborazione con Aldo Carpinteri. L’obiettivo comune era quello di aprire le porte del retail ai talenti POC e ai designer con background migratorio. Le vetrine espositive di Step Out, Karim Daoudi, Laba Douala e Zenam rimarranno allestite per due settimane, offrendo al pubblico l’opportunità di preordinare i capi esposti.