Lo scorso venerdì 13 settembre, presso l’Università degli Studi di Firenze, si è tenuta la tavola rotonda organizzata da Fondazione Aurora all’interno dell’VIII Convegno della rete CUCS (Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo). Moderata dalla direttrice della Fondazione, Marta Sachy, l’incontro ha approfondito temi legati alla cooperazione internazionale, con particolare attenzione al partenariato tra imprese e privati in Africa. L’iniziativa ha riunito accademici, imprenditori e rappresentanti istituzionali in una discussione arricchita da esperienze concrete di progetti in corso e partnership tra mondo accademico e privato.
Tra i relatori presenti, il Prof. Giuseppe Aceto dell’Università Federico II di Napoli ha citato l’esperienza del progetto Digita Academy con Deloitte come esempio di successo: “Questo tipo di cooperazione è simile a quanto stiamo sviluppando in Burkina Faso, dove stiamo lavorando per avvicinare accademia e settore privato insieme a InViis e alle Università locali Aube Nouvelle e BIT. Dal Burkina Faso è intervenuto l’imprenditore Ing. Arsene Hema, che ha descritto il progetto con Fondazione Aurora per creare un fablab dove “sprigionare la creatività” e fornire agli studenti l’attrezzatura necessaria per sperimentare in un ambiente tecnico all’avanguardia.
Il Prof. Jorge Pereira dell’Università di Coimbra ha fornito una prospettiva su come rendere i modelli di business sostenibili, mentre la Prof.ssa Sandra Endrizzi del Centro Cooperazione Internazionale di Trento ha illustrato un progetto in corso a Beira, Mozambico, sviluppato in collaborazione con l’Università di Coimbra, che adotta un approccio multi-stakeholder e integrato allo sviluppo locale. Il dibattito ha messo in luce l’importanza del partenariato multistakeholder, come evidenziato da Chiara Bovi di Fondazione Aurora, che ha sottolineato il ruolo chiave dell’economia circolare sostenibile, guidata localmente, e del supporto peer-to-peer tra colleghi che già operano in contesti simili.
Un altro punto cruciale è stato affrontato dall’Ing. Dedan Wanjiru del Kenya, il quale ha parlato del divario nell’accesso all’educazione superiore e ha sottolineato l’importanza della “digital democratization” per rendere l’istruzione più accessibile a tutti, sin dai primi anni. Sempre sul fronte educazione, la direttrice Sachy ha illustrato il progetto WikiAfrica Education, strumento di empowerment che permette a giovani africani di diventare protagonisti della narrazione sull’Africa nelle lingue locali.
L’evento ha dimostrato come la collaborazione tra il mondo accademico e il settore privato, in una prospettiva comparata e transdisciplinare, possa generare soluzioni innovative e sostenibili per le sfide globali, con un focus specifico sull’Africa.